A volte basta cambiare prospettiva, spostare l’obiettivo. È un po’ ciò che abbiamo fatto con The Pill 64: abbiamo montato una lente vintage e guardato lo sci come lo avremmo visto negli anni ’70 e ’80. Facendolo ci siamo resi conto di come l’old school non invecchi mai, race, freeride o di qualsiasi disciplina si tratti.
In questo siamo stati influenzati dai 100 anni di Colmar, a cui abbiamo dedicato la copertina per celebrare l’evoluzione straordinaria di quest’azienda (illustrata da Federico Epis).
Tutto questo parlare di “sci degli anni che furono”, però, ci ha dato modo di riflettere su come, quella disciplina, abbia influenzato il nostro presente. Siamo davvero sicuri che lo sci sia solo evasione dalla routine? È chiaro che l’aspetto di svago giochi un ruolo importante quando il sabato mattina partiamo alle 6 per la nostra cima preferita, ma non crediamo sia tutto lì. Barriere culturali e linguistiche vengono eclissate non appena sfiorato un pendio immacolato nelle terre giapponesi, questo lo vediamo nel nuovo corto by Arc’teryx, “Lexicon” ma anche nel “Left Right” di Sam McMahon per Nidecker, dove le curve sono il movimento semplice ed essenziale che unisce ogni rider.
Che come lo sci, anche l’alpinismo sia un fatto culturale, Reinhold Messner lo ha dimostrato negli anni con il suo immenso operato. Oggi ce lo racconta attraverso il nuovo percorso intrapreso al fianco di Jack Wolfskin come parte del Brand Council dedicato alla tutela degli ambienti selvaggi.
Un altro aspetto che possiamo esplorare con la lente vintage di The Pill 64 è quello del behind the scenes di alcune aziende. Siamo andati in Valtellina e respirare le radici alpine e appassionate di Crazy. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Benedikt Böhm, CEO Dynafit, che fa partire il cambiamento da sé stesso in principio, per poi passare all’intera produzione del marchio tirolese. Questo ci dimostra come gli aspetti culturali del vivere la montagna sono l’arma più potente per cambiarne il destino.